Pronti a deviare l’asteroide Apophis
L’asteroide Apophis segue una traiettoria che lo porterà molto vicino alla Terra. Non è affatto certo che ci colpirà, ma ci sono studi per capire cosa fare per difendersi da eventi di questo tipo.
La storia dell’asteroide 2004 MN4, meglio conosciuto con il nome Apophis, è vecchia. A parte il fatto che in quanto corpo celeste avrà la sua bella età, è da alcuni anni che è stato identificato e in particolare è stato notato che nella sua traiettoria passerà vicino alla Terra in futuro. Quando ? Nel 2029, anche se la data da tenere presente -come vederemo dopo- è il 2036. Si tratta dell’anno in cui il macigno del diametro di qualche centinaio di metri (si stima tra i 200 e i 350 metri) passerà vicino al nostro pianeta, incrociandone più o meno l’orbita.
In effetti, come sempre succede in casi simili, la previsione non è proprio esatta e non si è ancora in grado di dire se ci troveremo proprio sul suo percorso. Attualmente si stima che dovrebbe passare a 36 mila chilometri. Distanza che però potrebbe risultare minore nel passaggio di ritorno, che avverrà appunto nel 2036.
Sta di fatto che l’attenzione mediatica è abbastanza attenta a questo avvenimento (nei limiti di questa specifica categoria di argomenti) e si parla volentieri non solo del possibile rischio, ma anche delle misure che verrebbero prese per proteggersi dall’eventuale impatto. Dato che ogni forma di protezione risulta inutile, vengono esplorate le possibilità di deviare il percorso dell’asteroide. Al di là di hollywoodiane ipotesi che hanno a che fare con lo sparargli contro dei missili, la teoria che mi sembra invece interessante è quella che viene accreditata ai cinesi: l’uso di un veicolo spaziale dotato di una vela solare.
Questo tipo di “propulsione” sfrutta la pressione generata dal Sole e che verrebbe raccolta da un’ampia “vela” che imprimerebbe al veicolo una velocità notevole. In questo modo la sonda si andrebbe a schiantare con una velocità di 90 chilometri al secondo causando una modificazione al percorso di Apophis. L’ipotesi è affascinante proprio per l’uso del sistema che è stato ipotizzato già decenni fa dagli scrittori di fantascienza dell’epoca classica.
Resta il fatto che il reale rischio costituito da Apophis è ancora tutto da capire, non dimentichiamo che di asteroidi che passano piuttosto vicini al nostro pianeta ce ne sono di frequente (anche se generalmente non così grandi) e che di solito vengono scoperti molto tardi, quando sarebbe impensabile mettere in moto una macchina come quella prevista, che per sfruttare i venti solari e acquisire una forte velocità richiedono parecchio tempo. Insomma, questa potrebbe essere una buona occasione per sperimentare il sistema.
Aggiornamento: mentre io cincischio con questi asteroidi, una minaccia molto più concreta incombe. Si tratta del satellite Uars della Nasa il cui rientro nell’atmosfera è previsto per venerdì 23 settembre 2011. Questo tipo di detriti spaziali rappresentano un rischio effettivo. Generalmente sono molto piccoli e non costituiscono un pericolo per il pianeta (ma lo sono per la stazione orbitante, ad esempio) in quanto destinati a bruciare nella fase di rientro. Quando si tratta di relitti più grandi però, esiste la possilità che qualche pezzo arrivi fino al terreno. Pare che esista una remota possibilità che il nord Italia sia nella fascia a rischio, ma ogni informazione non potrà che essere confermata poche decine di minuti prima dell’impatto.