Oltre il 5G: il 6G
Si sta parlando da molto tempo del 5G (le tecnologie e gli standard di quinta generazione, nell’ambito della telefonia mobile cellulare), che di fatto è in corso di introduzione in questo periodo, e già si parla di 6G, il prossimo passaggio evolutivo. Non c’è molto da stupirsene; i tempi sono stati di circa 10 anni per l’introduzione sia di questa che della precedente tecnologia, e al momento si stima che l’introduzione dei prossimi standard avverrà nel 2030.
Che cosa ci riserva il 6G ?
Al momento si possono fare alcune previsioni, il tempo ci dirà se sono corrette o meno. Ecco alcune informazioni che emergono.
Partiamo da qualche considerazione relativa al 5G: rispetto al 4G il 5G offre due vantaggi sostanziali: una larghezza di banda molto più ampia e la possibilità di connettere molti più dispositivi ad una sola antenna. Se il 4G ha un limite di circa 28 Mbit al secondo, con il 5G si parte da 600 Mbits/s e si dovrebbe arrivare oltre il gigabit. Ciò permetterà alle utenze mobili di avere prestazioni pari a quelle fisse. Il 4G mostra difficoltà a connettere 4.000 dispositivi ad una sola stazione, mentre il 5G dovrebbe permettere di connettere un milione di dispositivi per antenna. Inoltre il 5G ha una latenza molto più bassa del 4G riducendo di moltissimo il tempo di risposta; generalmente per spiegare questo vantaggio si cita la guida dei droni, o la chirurgia a distanza,
I vantaggi del 5G rischiano di essere anche i suoi limiti: usarlo nella guida autonoma delle automobili, con migliaia di dispositivi che si scambiano informazioni (non solo le auto, ma anche i semafori, i segnali stradali ecc,) potrebbe elevare talmente tanto il flusso di dati, da mandarlo in tilt…
Sul 6G stanno senz’altro lavorando la Cina, gli USA, Corea del Sud e Finlandia, e già qualche ricercatore ipotizza che sarà il prossimo standard a realizzare le promesse del 5G.
“In termini di velocità, la rete 6G consentirà di raggiungere 1 terabit al secondo utilizzando le frequenze appena inferiori a un terahertz, e consentirà di connettere migliaia di miliardi di dispositivi“.
La velocità sarà quindi centinaia di volte superiore a quella del 5G, mentre la latenza passerà dai 2/4 millisecondi del 5G a praticamente zero, rendendo la connessione tra dispositivi letteralmente istantanea. Ciò imporrà forti integrazioni con sistemi di intelligenza artificiale, per ottimizzare la trasmissione dei dati attraverso la rete.
Emergeranno problemi nuovi, per quanto simili a quelli già visti in precedenza: il 5G usa le frequenze tra i 30 e i 300 GHz, onde millimetriche, dalla frequenza elevatissima, che non sono in grado di viaggiare lontano come quelle utilizzate dal 4G (fermandosi a circa 300 metri di distanza mentre quelle del 4G possono percorrere alcuni chilometri). Non solo: queste frequenze sono molto più sensibili a ostacoli come muri, alberi, finestre e alle condizioni meteorologiche. Tutto ciò fa sì che per dare vita al 5G sarà necessario disseminare in ogni dove dei microripetitori che consentano al segnale di propagarsi adeguatamente.
Situazione che è destinata a peggiorare con il 6G, che, usando le frequenze al di sotto del terahertz, è destinato a non superare i 10 metri di distanza, richiedendo quindi un fiorire di antenne e ripetitori per propagare il segnale (più si sale nello spettro radio, più dati si possono trasportare, ma più diminuisce la portata delle frequenze).
Si vedrà, già a partire dai prossimi mesi, come andranno le cose con il 5G: se nella seconda metà del 2019 sono state attivate le prime antenne nelle città più popolose, nel 2020 si dovrebbero moltiplicare i punti di accesso ed estendere a molti Comuni. Personalmente credo che solo nel 2021 si potrà parlare davvero di 5G significativamente presente in Italia.