2,8 milioni di immagini del più grande museo del mondo
Qualche giorno fa Smithsonian Institution ha aperto i propri archivi digitali e li ha resi di pubblico dominio tramite la sua piattaforma Smithsonian Open Access. Grazie a questa iniziativa vengono rimosse le limitazioni da copyright per circa 2,8 milioni di immagini (al rilascio di fine febbraio 2020) della sua collezione digitale. Lo Smithsonian raccoglie dati provenienti dai suoi 19 musei, 9 centri di ricerca, librerie, archivi e dallo Zoo Nazionale di Washington.
Lo slogan è “Download, remix, reuse and share”, ovvero: scarica, assembla, riusa e condividi. È infatti previsto che si possa riutilizzare un’immagine per successive elaborazioni.
“L’accesso aperto rientra pienamente nella missione principale dello Smithsonian: l’aumento e la diffusione delle conoscenze che la nostra istituzione promuove da quasi 175 anni“, ha dichiarato John Davis, direttore ad interim del Cooper Hewitt Smithsonian Design Museum. “Con Smithsonian Open Access, invitiamo le persone di tutto il mondo a fare proprie queste conoscenze – condividendo e sviluppando in questo modo le nostre collezioni digitali per qualsiasi cosa, dalle opere creative, all’istruzione e alla ricerca accademica, alle innovazioni audaci che non abbiamo ancora immaginato“.
In precedenza, Smithsonian aveva reso disponibili online oltre 4,7 milioni di immagini per uso personale ed educativo, ma non commerciale. Ora, con Smithsonian Open Access, quasi 3 milioni di quelle immagini recano la dicitura Creative Commons Zero, ovvero senza obbligo di attribuzione, autorizzazione o commissione pagata alla Smithsonian che si impegna ad incrementare quella cifra, fino a raggiungere gli oltre 3 milioni di contenuti digitali ad accesso libero entro la fine del 2020.
Per evitare problemi, dato che appunto non tutte le immagini sono completamente libere, occorre sempre verificare la licenza con cui sono state rilasciate. Maggiori dettagli in questa pagina.