Stop alla pubblicità postale

Da circa una decina di giorni (da lunedì 6 maggio 2019) è scaduto il “regime transitorio” del Dpr 149/2018 in relazione al Registro delle opposizioni.
Cosa significa ? Detto in parole povere l’opposizione si estende alla pubblicità postale. Non quella dei volantini pubblicitari recapitati senza destinatario, si tratta della pubblicità intestata al destinatario.
In pratica non sarà più possibile spedire pubblicità postale ad un destinatario senza avere un suo specifico permesso.

pubblicità postale

Photo by Dayne Topkin on Unsplash

Come fare ?
Per indicare esplicitamente la propria opposizione il relazione a questa forma pubblicitaria occorre indicarla nel Registro delle opposizioni. Chi si è già registrato, ad esempio perchè ha espresso il proprio rifiuto alla pubblicità telefonica, deve semplicemente aggiornare la nuova opzione.
In effetti ciò risulta possibile solo per chi è presente sugli elenchi telefonici, le Pagine Bianche, cioè circa 13 milioni di intestatari. Gli altri, che non sono presenti negli elenchi, non possono usufruire del Registro. E probabilmente non vengono intercettati da chi fa pubblicità…

Il problema
Diciamo intanto che che c’è un periodo di 90 giorni di latenza, per permettere agli intestatari di aggiornare la propria posizione. Allo scadere, le società che usano le campagne di marketing dovranno consultare il registro delle opposizioni per sapere se possono o meno inviare posta. Infatti “La legge prevede anche che gli stessi operatori che effettuano vendite o promozioni commerciali tramite posta cartacea hanno l’onere di avvisare e informare i destinatari dei loro diritti di opposizione” (fonte Aduc).

Ma il vero problema è che (moltissime del)le società che fanno marketing, molto semplicemente non consultano il Registro delle Opposizioni, quindi alla fine fanno quello che vogliono.
Chi ha voglia di impuntarsi può raccogliere pazientemente i dati di chi lo martella di pubblicità non richiesta (e quella per posta è più facilmente documentabile di quella telefonica) e mandare gli elenchi al Garante delle Privacy.

 

 

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